Moscato Rosa, perfetto dall’Alto Adige per il panettone

Moscato Rosa, perfetto dall’Alto Adige per il panettone

Il Moscato Rosa è un vino perfetto per accompagnare il panettone a Natale per i suoi profumi e per la storia che racconta.

Grazie ad una degustazione della FIS – Federazione Italiana Sommelier sono magicamente andata in Alto Adige a conoscere Franz Haas VII e il suo Moscato Rosa di da uve rosse 100% di moscato rosa.

Un vino demi sec dalla gradazione leggera, solo 11,5 %, che sprigiona sentori e sapori veramente unici e perfetti per i dolci.

La storia di questo vino è molto particolare e Franz Haas VII, del cui nome racconteremo dopo, ci racconta che è nato per scommessa.

Nel 1989 aveva assaggiato un superbo moscato rosa dell’Alto Adige e aveva trovato che il vino sapeva più di nocino che di moscato rosa e questo lo aveva infastidito e stimolato alla competizione.

Infatti Franz ama sentire nel vino gli stessi sentori e aromi che si sentono masticando l’uva, rispettando una filosofia di famiglia che continua da 7 generazioni. Un contatto diretto tra palato e i sapori del territorio.

Il moscato rosa è un vitigno aromatico che se ben coltivato e raccolto al momento giusto emana sapori e profumi caratteristici che sono una vera esperienza gustativa.

E’ un vitigno raro in Trentino e viene coltivato nei vigneti a quota più bassa (circa 250-300 metri) perché essendo tardivo arriverebbe ad essere vendemmiato troppo tardi con il rischio di gelate. Le cantine di Franz Haas sono note per essere le più alte dell’Alto Adige e alcuni pinot neri sono allevati alla straordinaria quota di 1100 metri.

Il Moscato Rosa di questa cantina non è un vino passito ma proviene da uve raccolte quando l’acino inizia a raggrinzarsi. Non è un appassimento voluto ma un andamento naturale del grappolo che viene colto esattamente quando è pronto.

E questo momento Franz lo decide assaggiando gli acini.

La vendemmia non viene scelta quindi dalla fermentazione zuccherina ma dai sapori degli acini quando vengono assaggiati.

Poi occorre gestire il marciume in fase di maturazione e si fa fare una macerazione di sole 48-72 ore per evitare l’estrazione di tannini. Infine la fermentazione viene interrotta al momento opportuno con l’ausilio del freddo e il vino viene affinato in acciaio e in bottiglia.

D’altra parte la famiglia Haas è esperta e produce vini dal 1880 (https://www.franz-haas.it) a Bolzano.

Una vera curiosità è che il primogenito ha sempre lo stesso nome, Franz Haas, come se la famiglia e la cantina rinnovassero la promessa di amore ad ogni nuova nascita. E questo è il significato di VII dietro l’attuale capo-famiglia. Ma Franz VIII già scalpita.

Ci ha guidato alla sua degustazione Alessia Borelli, anzi ci ha incantato con le sue parole e il tripudio di sentori che ci ha fatto riconoscere. L’analisi parte dal suo colore rosso rubino lucente con riflessi rosa corallo molto caldi e continua nel naso.

A parte il profumo di rosa a cui deve il suo nome, nel suo intenso bouquet si riconoscono aromi di sottobosco, di felce, di pino mugo, di abete e di erbe selvatiche quasi amaricanti con note di cera d’api, chiodi di garofano, cannella e buccia d’arancia.

Un viaggio nei profumi che è il preludio di una incredibile esperienza del palato dove note di fresco e di sapido bilanciano il residuo zuccherino.

Nonostante la dolcezza, il Moscato Rosa di Franz Haas ha comunque una buona acidità che non lo rende stucchevole, lasciando la bocca molto pulita.

Questo gioco fra acidità, dolcezza e tannino lo rende perfetto per dolci secchi e per formaggi di capra. Ma noi lo abbiamo provato con un panettone Dolcemascolo ai Frutti di Bosco e l’esperienza è stata perfetta.

I sapori del panettone si sono fusi con quelli del vino in un connubio in cui si esaltano l’acidità, lo zucchero e anche la sapidità.

Ma le note di tannino del moscato rosa reggono il burro del panettone e lo rendono perfetto anche in abbinamento con il panettone tradizionale con i canditi. Abbiamo provato, per non credere alle parole di Franz, e gli abbiamo dato definitivamente ragione.

Ora ci procureremo del formaggio di capra per completare l’esperienza gustativa.


Scritto da
Claudia Bettiol

Ingegnere, futurista e fondatrice di Discoverplaces. Consulente per lo Sviluppo Turistico dei Territori, specializzato nella sostenibilità e nella promozione culturale dei piccoli territori e delle...

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