La Pasta alla Norma è uno dei simboli della nostra cucina siciliana e la sua storia sembra essere legata ad un omaggio a Vincenzo Bellini, noto compositore di Catania. Altri invece l’attribuiscono all’umorismo dello scrittore Nino Martoglio.
Era il 26 dicembre 1831 quando l’opera Norma di Vincenzo Bellini debutta per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano, diventando la più famosa delle sue dieci opere e riscuotendo da subito un grande successo.
Si narra che uno chef siciliano creò un piatto per l’occasione che fu servito la sera dell’esordio dell’opera belliniana, la Pasta alla Norma. Un primo piatto dedicato anche al nome della prima interprete di Norma, la soprano Giuditta Pasta.
Bellini portò sul palco della Scala di Milano la sua opera, resa poi immortale dalle interpretazioni di Maria Callas, Montserrat Caballè e Cecilia Bartoli.
L’altra versione sulle origini del piatto catanese racconta che nel 1920 si tenne un pranzo a casa Musco-Pandolfini, in via Etnea a Catania (la via principale di Catania).
Attorno alla stessa tavola si ritrovarono Angelo Musco, la sorella Anna e il marito Giuseppe Pandolfini (i padroni di casa), i nipoti Turi e Janu, questi con la moglie Saridda D’Urso, e Nino Martoglio, che con il noto attore aveva intrapreso da tempo un legame artistico.
Quando il piatto fu portato ai commensali, Martoglio fu colpito dal profumo e dalla bontà della pietanza siciliana e rivolgendosi alla cuoca esclamò: Signora Saridda, chista è ʼna vera Norma.
Una battuta che diede il nome alla “Pasta diva” catanese.
Un’eccellenza veniva ribattezzata infatti “fatta alla norma” ossia “fatta a regola d’arte!”
La Pasta alla Norma sono profumi mediterranei riuniti in un solo piatto! Un piatto vegetariano che è la colonna gustativa delle estati catanesi, un tripudio di sapori.
La nostra ricetta di famiglia porta i colori italiani e lo spirito catanese: un piatto semplice e ad un tempo d’effetto per i nostri sensi: colore, profumo e sapore.
Ricetta della Pasta alla Norma
- 400 gr. spaghetti di semola di grano duro
- 10 pomodori freschi ramati, o 500 gr pomodori Piccadilly
- Olio EVO
- 1 cucchiaino di zucchero
- 1 spicchio d’aglio
- 1 melanzana grande di seta (per intenderci quella viola chiaro)
- Ricotta salata catanese grattugiata
- basilico preferibilmente siciliano per un profumo più intenso
Lavare, asciugare e tagliare i pomodori freschi ramati, o i Piccadilly, per preparare una salsa di pomodoro. Su un tegame mettere dell’olio EVO siciliano ed aggiungere 1 spicchio d’aglio intero pulito, da togliere poco dopo.
Quindi aggiungere i pomodori e far cuocere per circa 30 minuti insieme a delle foglie di basilico fresco. Dopo frullare tutto in un mixer o passare con il passaverdure.
Tagliare la melanzana in parte a fettine sottili e in parte a cubetti, metterle a purgare con del sale e sciacquarle sotto acqua corrente, quindi asciugarle con carta assorbente. Friggere le melanzane in abbondante olio extravergine d'oliva scaldato alla temperatura di 170° e poggiarle su carta assorbente per fritti (carta paglia) per asciugare l’olio in eccesso.
Cuocere la pasta, preferibilmente spaghetti o anche le casarecce siciliane o i sedanini rigati, in acqua salata e scolarla al dente.
Nel frattempo, aggiungere delle foglie di basilico fresco al sugo di pomodoro fresco e tuffarvi la pasta. Aggiungere i pezzetti di melanzana fritta e lasciare delle fette intere da servire sul piatto dei commensali insieme ad una generosa spolverata di ricotta salata grattugiata!
Un capolavoro della cucina catanese e mediterranea!
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