Una ricetta del Blind Chef Ambassador Anthony Andaloro, lo chef senza vista

Una ricetta del Blind Chef Ambassador Anthony Andaloro, lo chef senza vista

Se cercate il nome del siciliano Blind Chef Anthony Andaloro sul web scoprireste che fino a pochi anni fa non esisteva. Anthony è infatti nato nel 2013 quando Antonio Andaloro aveva perso la vista e, dopo un tunnel depressivo, inizia una nuova stagione della vita.

Una stagione diversa e per certi aspetti entusiasmante. Non migliore o peggiore, ma una fase totalmente nuova di assaporare la vita e le relazioni con gli altri. E se incontrate il suo volto lo troverete sempre sorridente!

Ma partiamo dall’inizio per poter meglio raccontare la nascita di Anthony e la sua incredibile avventura di essere uno fra i pochi chef ciechi nel mondo.

I problemi di Antonio con gli occhi arrivano già quando era bambino e aveva 6 anni. Praticamente è stato ipovedente per gran parte della sua vita e aveva sperato invano nella tecnologia e negli interventi chirurgici.

Anthony è la rinascita ma anche la sua nuova sfida di aiutare tutte le persone che hanno problemi fisici e che possono arrivare a toccare il baratro della depressione.

“Non è perdere la vista che crea i veri problemi. Infatti la mia vita è rinata e sono un esempio di come niente è perduto ed ora ho un figlio di 2 anni e mezzo e un lavoro che mi porta in tutto il mondo.

Il vero problema è sentirsi soli e non avere la forza di affrontare il cambiamento.”

Anche la vita precedente di Antonio era stata guidata dalla voglia di sfidare le convenzioni e, da ipovedente, aveva scelto di diventare un maestro decoratore. Una professione che ha praticato fino all’aggravarsi totale della malattia.

Poi la depressione con la cecità.

“Poi per 7 anni ho studiato per diventare chef di cucina ‘fusion/innovation/sensoriale’. E non poteva essere altrimenti perché i sensi sono quelli che mi guidano nella preparazione dei piatti e nella scelta degli accoppiamenti.”

Oggi ci sono 4 gli chef senza vista nel mondo: 2 in Italia (Anthony e Antonio Ciotola di Ancona) e 2 a Chicago (Laura Martinez e Christine Ha, un vietnamita vincitrice della edizione americana di Masterchef nel 2012).

Ma torniamo ad Anthony, alla sua cucina e agli eventi che organizza: le cene sensoriali. Per chi ha già avuto esperienza delle ‘cene al buio’ (spesso organizzate da molte organizzazioni di cechi per far capire la loro situazione alle persone normo-vedenti), quelle di Anthony sono diverse. La luce è molto fioca ma non assente, si cena a lume di candela e bendati ma se si hanno attacchi di panico o disagio ci si può togliere la benda.

Prima dei COVID aveva organizzato 142 eventi sensoriali in tutto il mondo, in particolare in Cappadocia in Turchia.

E da sottolineare che tutti questi eventi servono a finanziare associazioni filantropiche che si occupano non solo di cechi ma di disabilità in generale. Infatti questa è la vera forza di Anthony, quella di essere diventato un esempio di forza, un vero ‘guerriero’ che può aiutare gli altri con la sua positività.

Oggi Anthony Andaloro è Blind Chef Ambassador, famoso in tutto il mondo e un esempio per quelli come lui. È stato premiato dall ’UNESCO nel 2017 con il premio Quality Food e nominato Chef Ambassador della Solidarietà nel 2019. È fiduciario del settore disabilità della regione Sicilia dei Disciples D’Auguste Escoffier.

La disabilità è diventata allora un punto di forza che gli ha donato una pace e una energia inimmaginabile quando era ancora nell’incertezza della sua condizione. Oggi si è risposato e ha un figlio di due anni e mezzo che semplicemente vede con altri occhi.

Ha creato il format televisivo “Non ci vedo dalla fame ma ci vedo con i sensi” prodotto da Me.Pa. Production, che sta girando per web TV in particolare in Sicilia dove è nato. Viene dalla provincia di Messina e proprio da qui sta trasmettendo su EventiMessinaweb TV  canale yuotube   e pagina FB per raggiungere il suo pubblico in Italia e nel mondo. Un pubblico che lo attende lo segue con passione.

La sua passione è comunque la cucina fusion dove il Mediterraneo fa incontrare Oriente ed Occidente. E come esempio di questa continua ricerca di nuove dimensioni ed esperienze gastronomiche, immergendosi in un viaggio oltre il buio con le papille gustative ci presenta una ricetta molto semplice ma di grande gusto.

Ricetta delle Trecce con Pesto di Pistacchio, Lamelle di Mandorle e Speck

Ingredienti per 4 persone:

  • Pasta Fresca (formato Trecce oppure a vostro piacimento) 320 gr
  • Speck Alto Adige IGP 200 gr
  • Farina di Pistacchio di Bronte DOP 100 gr
  • Lamelle di Mandorle Toritto 50 gr
  • Pecorino Romano DOP 50 gr
  • Una noce di Burro
  • Olio Extravergine d’oliva q.b.
  • Sale e Pepe q.b.

In una pentola portate ad ebollizione l’acqua per Ia pasta e salatela e nel frattempo preparate il pesto. In una ciotola ponete la farina di pistacchio e il pecorino Romano, versate a filo un po’ di olio evo e amalgamate fino che risulti un impasto omogeneo.

Mentre aspettate che bolla l’acqua per la cottura della pasta, in una padella rosolate lo speck con una noce di burro.

Scolate la pasta e unite il tutto in una Wok aggiungendo le Iamelle di mandorle. Saltate per qualche minuto e impiattate spargendo sopra una manciata di pecorino.

Vino? al pesto di pistacchio affiancherei un vino bianco “Grillo” da vitigno autoctono siciliano.


Scritto da
Claudia Bettiol

Ingegnere, futurista e fondatrice di Discoverplaces. Consulente per lo Sviluppo Turistico dei Territori, specializzato nella sostenibilità e nella promozione culturale dei piccoli territori e delle...

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