Come è nato un museo un po’ particolare della Ferrovia della Valle del Liri

Come è nato un museo un po’ particolare della Ferrovia della Valle del Liri

Quanti di voi hanno giocato con un trenino da bambini?


O semplicemente lo avete inseguito con lo sguardo mentre passava su una ferrovia a fianco della strada...
Quanti hanno poi viaggiato in treno e scoperto che ci poteva aiutare a fare amicizia, scoprire nuove situazioni … o semplicemente leggere in santa pace un giornale o un libro?
Quanti ancora se lo sono trovato come compagno di strada in un libro o al cinema per condividere un momento di gioia, di passione, di avventura o ...

E quanti dopo tutto questo hanno pensato di farne un museo per grandi e piccini per condividere non solo una passione ma per raccontare la storia di un territorio un po’ dimenticato ma con tanti tesori nascosti da scoprire ...?
Beh… questa è la storia che vi voglio raccontare.
Correva l’anno 1960 e la mattina di Natale, con mio fratello poco più grande di me, ci affacciammo nella sala dove Babbo Natale (o chi per lui…) doveva aver fatto il suo dovere e rimanemmo a bocca aperta.
Su un bel tavolo di legno, che ci sembrava enorme, faceva sfoggio di sé un treno completo di locomotore, vagoni, galleria, alberi, stazione … un sogno!
Fu una emozione che non mi lasciò mai.
A quegli anni felici seguirono poi momenti molto più difficili, quel treno per varie vicissitudini familiari ed economiche scomparve e per molti anni, e fintanto che non iniziai a lavorare, non lo rividi più.
Ma lui non mi aveva mai lasciato, anche nei momenti difficili mi tornava in mente e mi faceva sorridere e sognare.
Mi riavvicinai, con un po’ di autonomia economica raggiunta, al mondo del modellismo ferroviario e nel tempo cominciai a divertirmi costruendo dei plastici di fantasia cercando di coinvolgere, con limitato successo in verità, i miei tre figli.
Con la maturità e viaggiando per lavoro tra l’Europa e le Americhe conobbi vari personaggi in giro per il mondo con la stessa passione. Però tutto questo sembrava ridotto ad una ristretta cerchia di appassionati, con le loro liturgie e momenti di incontro, ma alla fine con un orizzonte un po’ limitato e talvolta troppo esclusivo.
Ma ecco che accadde quel qualcosa che mi fece cambiare prospettiva in una maniera fino allora impensabile.

Ma facciamo un piccolo passo indietro. Chi di voi conosce Arce e la Valle del Liri?


Dalla mia esperienza ben pochi al di fuori del territorio, ma come in tutte le storie ad effetto per trovare il momento della svolta…. chercez la femme!
Arce è il paese natale di mia suocera, dove negli anni con mia moglie ed i figli abbiamo creato anche per noi un buon ritiro.
Il sottoscritto, romano di cultura e da sempre coinvolto per lavoro con il mondo delle multinazionali, ha cominciato a scoprire negli anni un mondo fatto di natura, rapporti costruiti nel tempo con la fiducia, una storia millenaria coperta però dall’ingombrante presenza di Roma e Napoli che schiacciano il territorio come una povera sardina.

Si direte voi … ma il treno?


Beh per accettare il buon ritiro ad Arce anche da parte mia, ebbi l’autorizzazione ufficiale a poter dedicare una stanza alla mia passione e cosi ho potuto finalmente costruire un plastico ferroviario come avevo desiderato da tanti anni.
Quindi una favola a lieto fine? In realtà è proprio da qui che comincia tutto.
Mi accorsi che anche se teoricamente felice mi mancava qualcosa. Quello che avevo costruito era in fondo solo per me o pochi amici. Mi sembrava che quel sogno di bambino fosse atterrato su un qualcosa costruito sicuramente bene ma un po’ arido. Non trovavo quella forza che solo la condivisione e la passione sanno dare.
Una domenica, era novembre del 2014, dalla mia casa di Arce sentii un fischio di un treno diverso dal solito. Dalla finestra si vede la stazione e vidi uno sbuffo di fumo.

Era il treno commemorativo della ferrovia Roccasecca-Arce-Avezzano che passava per la riapertura della linea. Ed io non lo sapevo!!!


Capii che quella era la mia nuova sfida: unire la passione del treno con quella del territorio e della sua ferrovia. In pochi mesi, con l’aiuto di alcuni amici abbiamo fondato l’Associazione Apassiferrati.
A quel punto capimmo che era necessario creare un punto di aggregazione forte che fosse un simbolo facilmente identificabile dall’esterno e che rappresentasse immediatamente quella miscela di Territorio, Ferrovia e Cultura che poteva dare sostanza al progetto.
L’idea fu quella di creare un Museo della Ferrovia della Valle del Liri, ma su basi nuove: non solo una raccolta di cimeli per addetti ai lavori, ma qualcosa di vivo che raccontasse una storia di duecento anni con un linguaggio facile da raggiungere.
Grazie a Dario di Palma, assessore al Comune, ne parlammo con il Sindaco Roberto Simonelli e nel giro di una riunione in un caffe l’idea piacque ed il sindaco mi propose di fare il museo in un ambiente del palazzo del Comune che era in disuso.
Era una grande sfida, chiaramente con capitali privati, ma gli elementi sembravano quelli giusti per realizzare il progetto.
A questo punto con gli amici di Apassiferrati definimmo un piano su 4 aree di attività:

    • realizzazione del Museo

 

    • editoriale con il primo libro dello storico Costantino Jadecola (oggi tradotto in 5 lingue)

 

    • comunicazione in Italia e all’estero (Madrid, Strasburgo, Norimberga, Lisbona, Caldas da Rainha)

 

    • realizzazione di eventi come i treni storici a vapore.



Abbiamo subito fatto un accordo con l’università di Cassino per attivare ricerche e studi sul territorio e la ferrovia e siamo riusciti ad inaugurare il Museo il 30 settembre del 2017. Una emozione me la ha regalata la riscoperta di un evento storico legato alla visita di Papa Pio IX nel 1863 nel territorio di Frosinone sullo straordinario treno di rappresentanza.
E se guardiamo alla storia della nostra ferrovia vediamo come anche nei momenti terribili del terremoto del 1915 o della tragedia della guerra ha sempre saputo ritrovare la strada per rinascere mettendosi a fianco della sua gente come un riferimento e un segnale di speranza.
Con questa speranza continuiamo questo lungo viaggio, iniziato quella mattina di Natale di 60 anni fa, con gli stessi occhi incantati dei bambini che ci vengono a trovare e che ci danno la forza per proseguire.
A presto dunque!
 


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