La barca di un pescatore dondola silenziosa tra le calette. I remi carezzano le onde cominciando a far ritorno, l’Hibiscus scarlatto si risveglia tra i raggi ancora fiochi del sole.
Mi rivedo bambina, all’ombra delle foglie in mezzo ai sovrastanti alberi di agrumi, inebriata dal profumo di zagara. Piccoli passi tra le zolle di terra e i canali d’irrigazione, che odorano ancora di antico giardino siciliano.
È l’agrumeto dietro casa dei miei genitori, tramandata dal bisnonno che aveva una proprietà divisa tra i fratelli.
L’agrumeto ci permetteva di passare attraverso il giardino da una casa all’altra in sicurezza e inventando tante storie tra noi piccoli, che non correvamo alcun pericolo se non quello di tornare a casa con le scarpe ed i vestiti pieni di fango…
Capo d’Orlando, paese sul mare a metà strada tra Messina e Palermo, vicina alla Calabria, con le Isole Eolie d’innanzi e i Monti Nebrodi alle spalle.
È una delle destinazioni che ancor oggi propongo ai miei viaggiatori, proprio per la molteplicità di attività e percorsi fruibili e bellezze senza tempo.
In lontananza un gallo fa a gara con il fischio del treno e mi da ancora il buongiorno. Colori e suoni indimenticati, i tramonti più belli bevuti fino all’ultimo sorso di Sole che si nasconde all’orizzonte tra le onde.
E che puntualmente anche adesso mi ricorda che un nuovo giorno sta contemporaneamente sorgendo dall’altra parte del mondo.
Ho trascorso tutte le mie estati raccogliendo i sassi di pomice che il mare regalava alla spiaggia da Lipari. Raggiungendo a nuoto lo Scoglio della Formica” sotto il Faro. Aspettando l’alba. Correndo ad appena 8 anni la prima ed ultima Marcialonga orlandina… ma come avrò fatto?!??
I dintorni è un susseguirsi di storia come il meraviglioso Borgo di San Gregorio, un tempo borgo di pescatori e oggi luogo della movida estiva.
Ma soprattutto fonte di ispirazione per Gino Paoli per Sapore di Sale!
Villa Piccolo di Calanovella, patrimonio culturale librario, naturalistico ed artistico della Famiglia Piccolo sulle colline di Capo d’Orlando che oggi è una Casa Museo. Una villa in cui vissero i 3 fratelli e che ospitò spesso Tomasi di Lampedusa che qui scrisse molte pagine del Gattopardo!
La colazione di mamma profuma di buono e di genuino, come il panino all’olio appena sfornato ghiotto delle confetture preparate in casa dalle sapienti mani di nonna e mamma.
Ad agosto il terrazzo cedeva molti spazi ai canneti che ospitavano i “passuluni” (le olive secche), i “ficu sicchi” (i fichi secchi), “u strattu” (l’estratto di pomodoro) e soprattutto la ghiottoneria dei pomodori locali che li si preparava per farli secchi per l’inverno.
Antiche tradizioni anche delle vicine Isole Eolie che ci vedevano ospiti almeno una volta all’anno.
Soprattutto a Lipari, dove c’erano parenti e per poi tornare con i nostri souvenir, che altro non erano che prodotti locali e la magnifica Malvasia.
Il Nettare degli Dei che solo da grande, dopo averla potuta assaporare, è diventata la mia coccola ogni tanto: nelle serate d’inverno davanti al camino o in giardino durante le sere d’estate.
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