Sciacca, la scala di “lu Sciddicaloru” e la gioia dei bambini

Sciacca, la scala di “lu Sciddicaloru” e la gioia dei bambini

Quando ero bambina, non c'era nulla di più bello che andare a trovare i miei parenti a Sciacca.
Abitavano nel cuore del borgo antico, proprio all’ingresso del quartiere arabo che attraverso una lunga scala permetteva di addentrarsi nella casbah.
Tutti insieme, i miei parenti stavano seduti in strada sui gradini della scala e sulle sedie formando un grande cerchio.
Transitare da lì era un passaggio obbligato per chi doveva raggiungere l'antico quartiere di San Michele nella parte alta del paese.
Tutte le sere, parenti e amici stavano seduti su quei gradini e su quelle sedie variopinte che davano la sensazione di scivolare, dato che la strada era in discesa.
In quel posto, gli adulti sono diventati anziani e i piccoli sono diventati grandi.

Ricordo un mio zio molto alto che sedeva tutto rannicchiato su quelle sedioline. Un ricordo molto bello è quello di una vicina di casa che un giorno scese alla chiazza per comprare dei mandarini per tutti. La signora Lia mi fece assaggiare dei mandarini dolcissimi che ancora sento in bocca se chiudo gli occhi.
Che dirvi? La signora non portò nessun mandarino a casa.
E che dire della signora Rosalia del primo piano sempre sul ciglio del balcone... aveva la capacità di intercettare i turisti e vedendoli spaesati tra i vari vicoli e scalinate.
Era lei a proporsi nel dare indicazioni, e una delle singolari indicazioni stradali che era solita dare restò nei miei ricordi e se ci ripenso ancora adesso rido. Per indicare la strada e svoltare a destra e subito dopo svoltare a sinistra se ne uscì con un "prendi sempre dritto poi gira a mano dritta e subito dopo a mano manca!
Il mio sogno è quello di portare i miei ospiti in quei luoghi per far conoscere loro quelle persone e per farli sedere in cerchio sui gradini e sulle sedioline colorate.
E allora ditemi, cosa vedete voi una strada, dei gradini, un gruppo di persone sedute? 

Io vedo l'amore di una famiglia unita. Vedo giochi, risate, grida. Vedo gelati, pizze, pane cunzatu, amici, storie, stagioni.
Vedo persone che non ci sono più ma soprattutto vedo l'amore che ci hanno lasciato.
Questi pensieri sono dedicati a tutta la mia famiglia e a tutte quelle persone che riescono a vedere ciò che ho visto io.
Ogni gradino è una storia...ogni angolo è una persona, ogni gesto è amore.
Affiorano i ricordi di una vita vissuta: intere generazioni hanno giocato su quelle scale e tutti hanno provato a scivolare sullo sciddicaloro della chiazza. Posto più bello non c’è!
 
Inoltre, voi non immaginate l'emozione di noi da bambini, abituati a stare soli perché abitavamo in periferia, tutti seduti a cerchio a sentire le nostre voci già dai primi gradini della scalinata.
Ci emozionavamo perché sapevamo che lì c'era la famiglia.


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