Il percussionista sognatore: Amato Jazz Trio

Il percussionista sognatore: Amato Jazz Trio

Avete mai partecipato ad un jazz session dove tre fratelli improvvisano tutto il tempo seguendo solo l’istinto e l’energia della sala?

Se non conoscete la potenza dell’improvvisazione allora vi state perdendo qualcosa. In fondo questo è proprio lo spirito del jazz: creatività istintiva su un ritmo e un tempo ben preciso.

Ma quando a condurre la musica sono i tre fratelli dell’Amato Jazz Trio che si capiscono con un lieve movimento delle ciglia le emozioni cambiano.

Siamo ad Anagni nella superba Sala della Ragione per Anagni Jazz Fest e la sala impone le luci. All’inizio mi fa un po’ specie non seguire il Jazz nella penombra, in fondo anche Wagner aveva fatto nascere Bayreuth proprio per evitare la luce e la mondanità delle opere nei teatri illuminati.

Ma la sala ha un suo fascino dato da secoli di eventi, lo stemma sopra la pedana su cui si esibiscono e le bifore ai loro lati sanno di storia e forse giustificano la mancanza di oscurità.

Però la luce permette di guardare bene i volti dei musicisti e di vedere bene i loro movimenti.

[caption id="attachment_62406" align="center-block" width="640"] Foto di Osvaldo Caperna[/caption]

Sono tre fratelli, il più austero suona il contrabasso e non sembra sorridere troppo preso dalle note del suo non facile strumento musicale. Ma i suoi assoli sono perfetti e fa ‘ballare’ le note del contrabbasso.

L’altro fratello si divide fra un trombone e una tastiera ed è il vero leader. È lui che decide i temi musicali, il ritmo e la scaletta.

Suona perfettamente e comunica con lo sguardo con i fratelli. Ma uno sguardo fugace perché poi chiude gli occhi e si lascia trasportare. Molta tecnica e molta sperimentazione, una voglia di stupire con le evoluzioni musicali.

Poi c’è il terzo fratello con un paio di pantaloni a fiori e occhiali specchiati con lenti verdi che non lasciano vedere gli occhi.

Sembra capitato per caso, sorride sempre e quasi diresti che è qualcuno chiamato all’ultimo minuto a completare il trio.

Posso vedere i movimenti della bocca e la direzione della testa ma non lo sguardo nascosto dalle lenti. Eppure si capisce subito che segue con amore le indicazioni del fratello non solo nella scelta iniziale ma anche nelle sperimentazioni.

[caption id="attachment_62407" align="center-block" width="640"] Foto di Osvaldo Caperna[/caption]

Cambia bacchette e vibrazioni di continuo per seguire le sperimentazioni del fratello, ne esalta le evoluzioni e lo segue nelle nuove musicalità. Suona i piatti dal basso verso l’alto, percuote le aste dei piatti e dei tamburi e non solo gli strumenti. Fa suonare tutto quello che può usando mani, legni e spazzole. Uno chef delle percussioni!

Loris Amato non è mai eccessivo, mai con la pretesa di stupire il pubblico con sequenze assordanti ma sempre facendo da supporto ai due fratelli.

Una esperienza unica, una musica che con dolcezza penetrava e faceva muovere i piedi con il ritmo deciso dai tre fratelli. Amato Jazz Trio, una vera sorpresa e un prologo perfetto per Anagni Jazz Fest.

Un emozionante tocco di classe per la Città dei Papi!


Scritto da
Claudia Bettiol

Ingegnere, futurista e fondatrice di Discoverplaces. Consulente per lo Sviluppo Turistico dei Territori, specializzato nella sostenibilità e nella promozione culturale dei piccoli territori e delle...

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