

Quando ero studente, fra i ricercatori non si parlava altro che di Arcavacata, la nuova università calabrese di Rende a due passi da Cosenza. Per noi romano-centrici era vista come una scommessa persa, per i calabresi veniva vissuta con orgoglio assiema alla figura di Giacomo Mancini che la aveva fortemente voluta. I calabresi scommettevano sulla sua riuscita ed erano sicuri che sarebbe diventata importante.
A distanza di qualche anno, la scorsa settimana sono stata all’Unical di Arcavacata per un convegno sul turismo e la crescita dei borghi minori e ho ripensato a tutti i miei amici calabresi che avevano ragione.
Non solo il campus universitario è maestoso, ben organizzato e soprattutto ben tenuto, ma tutta l’area di Rende ospita i circa 40.000 studenti che la riempiono di vita, di cultura e di speranze nel futuro.
Grazie al professor Tullio Romita, la facoltà di sociologia e di turismo ha fatto crescere generazioni di giovani preparati e la cortesia che ho incontrato è paragonabile solo a quella di zone più famose come Rimini. Una cortesia che spesso non trovo neanche nella nostra amata Ciociaria.
Ma torniamo all’Unical, Tullio Romita è un sociologo con una attitudine verso l’analisi dei cambiamenti e in questi anni ha studiato in particolare tutte le dinamiche dei paesini per poter studiare azioni di intervento che fermassero il fenomeno dell’abbandono.
La Calabria è una terra di emigrazione dall’Unità d’Italia, prima era una delle capitali della siderurgia europea ed è anche grazie ai calabresi che è nata la grande industria della siderurgia oltreoceano, come racconta Pino Aprile in Terroni (uno dei pochi libri che mi ha fatto piangere).

I Calabresi sono persone fiere, con un forte legame territoriale e l’associazione dei Calabresi nel mondo è una delle più partecipate (e quindi forti). Era naturale che proprio in questa terra venisse analizzato il fenomeno del turismo delle radici. Ed insieme al turismo, anche il desiderio di creare nuovi legami fra i paesi di origine e i nipoti di chi era partito e aveva avuto successo nella sua nuova patria.
Un nuovo legame che non può che essere socioeconomico con la comunità e con le microimprese che sono il cuore pulsante della comunità. Tullio Romita ha compreso tutte queste dinamiche ed ha adeguato la formazione di Unical cambiando il nome dei Corsi di Laurea in modo che si comprendesse meglio la nuova attitudine dei futuri professionisti.
Da Scienze Turistiche a Scienze turistiche dei servizi turistici, mentre la magistrale si chiama Pianificazione, organizzazione e gestione delle destinazioni turistiche. Come da anni facciamo anche noi nel nostro piccolo con le storie di turismo del nostro portale e con il Premio Town Ambassador destinato a creare nuovi legami fra giovani.
Arcavacata è stata quindi la sede ideale per la conferenza internazionale sul Root Tourism in cui è stata inserita la sezione "Sinergie per il futuro: imprese, comunità̀ e amministrazioni nel turismo delle radici" dedicata alle best practice e curata da Letizia Sinisi (ItalyRooting Consulting).
In questa sessione abbiamo potuto raccontare la nostra storia che sorprendentemente per alcuni aspetti assomiglia a quella personale del prof. Tullio Romita. Con il nostro magazine Discoverplaces (www.discoverplaces.travel) giravamo i borghi del Lazio e soprattutto in estate sentivamo che in alcune piazze si parlava più inglese e francese che italiano.
Incuriositi abbiamo cominciato a fare domande e ad intervistare le persone curiosi più del loro presente oltreoceano che del loro passato. In questo modo abbiamo scoperto persone fantastiche e inaspettate (come l’allenatore dei Los Angeles Lakers che aveva portato i giocatori a Settefrati in Ciociaria) che avevano un solo problema: come trasmettere l’amore per il loro paese al resto della famiglia.

Per loro avevamo creato il premio Town Ambassador (www.townambassador.org), che diamo insieme al sindaco della città, per gratificarle di tutto quanto fanno e facevano per il loro paese. Un premio che in alcune edizioni ha avuto il patrocinio del MAECI e dell’Enit nonché è stato valorizzato dall’Area Metropolitana di Roma per i comuni delle aree interne.
Ci sono alcune persone che hanno veramente rivoluzionato il paese in cui sono tornate o in cui hanno scelto di vivere, che spesso sono piccoli paesi dell’entroterra in aree depresse. In qualche modo il loro esempio va valorizzato per poter essere emulato da altri ma soprattutto perché vanno ringraziate del loro coraggio.
La giornata si è conclusa nello splendido borgo di San Marco Argentano dove una torre normanna sapientemente illuminata di blu dominava tutta la scena e dove non potevano mancare i famosi Turdiddri della tradizione natalizia (che finalmente ho potuto assaggiare!).

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