Due cose vengono subito in mente pensando a Prato: il tessuto e la sua comunità cinese, la più numerosa in Italia dopo quella di Milano.
Era naturale che Prato fosse la sede perfetta per il Festival Seta e la seconda edizione si è svolta al Museo del Tessuto, un luogo simbolico della città di Prato.
Il festival si è tenuto il primo fine settimana di ottobre toccando vari temi in relazione alla Cina. Si è aperto venerdì 1 ottobre con l’intervento del Console Generale Michele Cecchi in collegamento da Shanghai che ha approfondito il Comprehensive Agreement on Investment (C.A.I). Nel pomeriggio si è discusso della Cina nel post-covid e i possibili scenari che potranno avvenire quando la Cina riaprirà i confini.
Fra le star italiane segnaliamo l’intervento di Marcello Lippi, allenatore prima del Guangzhou Evergrande (un nome che oggi evoca molte altre situazioni delicate) e poi della Nazionale cinese. Il tecnico ha parlato del fenomeno calcio in Cina dove il governo sta investendo su un progetto di sviluppo calcistico che prevede di creare 16 “città del calcio” entro il 2025.
Anche se ultimamente le squadre hanno subito delle restrizioni da parte del Partito, il calcio negli ultimi 10 anni ha avuto un boom in Cina. È un tassello fondamentale nella realizzazione del “Sogno Cinese”, non a livello globale, ma anche all’interno dei propri confini.
Si è proseguito con un panel sui Big Data e l’intelligenza artificiale che in Cina hanno avuto un’evoluzione straordinaria. Un grande sviluppo grazie alle smart-cities, per rendere ottimale il controllo sia sui livelli energetici di consumo, sia sul comportamento degli abitanti.
Ma ci sono anche dei contro da tenere in mente, come la massiccia raccolta dei dati sulla privacy. In molte app si richiede agli utenti di registrarsi con il loro nome, numero di identificazione nazionale, numero di telefono e spesso con il riconoscimento facciale. E attualmente non c'è grande trasparenza sul modo in cui il governo di Pechino sta effettuando i controlli incrociati.
Il pomeriggio è stato tutto dedicato alla ‘sinofobia’ che ha attraversato il pianeta parallelamente alla diffusione del Covid-19 e alla produzione culturale sino-italiana.
Storie e testimonianze raccontate da sinoitaliani nell’affrontare l’emergenza. Lo vediamo nel libro della professoressa Lala Hu “Semi di tè” o nella collana “Cinarriamo” di Orientalia Editrice che erano ospiti in questo panel.
Questa diffidenza verso la Cina nasconde però anche una scarsa conoscenza di questo grande paese e delle sue tradizioni che affondano almeno in 5 millenni. Per questo noi di Discoverplaces ci siamo impegnati a raccontare la Cina sin dal primo giorno della pandemia.
Abbiamo aperto la rubrica Discover China, siamo stati ospiti di Xinhua durante il primo lock down cinese e grazie a questa attività da due anni pubblichiamo storie scritte da autori cinesi insieme all’’Istituto italiano OBOR e il CPAFFC - Chinese People's Association for Friendship with Foreign Countries.
Ed arriviamo a domenica e al nostro panel dedicato al marketing culturale.
Grazie ad Ilaria Mundula che coordinava il panel, un’amica straordinaria conosciuta tramite i social, abbiamo presentato Discoverplaces e la nostra Fondazione Horse Museum.
Con una chiacchierata per farmi rompere il ghiaccio e stare a mio agio ho presentato i nostri progetti. Il primo è stato quello sul marketing dei cosiddetti “territori minori” e la forza del nostro Discoverplaces Network.
Tramite questa rete di connessioni diamo forza all’identità dei piccoli produttori locali attraverso il racconto del territorio.
Come dice il nostro claim Discover People, Discover Places.
E come Ilaria ha sottolineato durante il suo intervento, la cultura è un valore aggiunto e noi Fondazione Horse Museum lo sappiamo e da anni ci stiamo muovendo in questa direzione.
Con una collezione di oltre mille pezzi, la fondazione è diventata un ponte culturale tra Cina e Italia. Abbiamo già accolto blogger e vlogger cinesi e li abbiamo guidati alla scoperta la ricchezza del nostro territorio.
E ci sono tantissime esperienze da fare. Abbiamo pensato ad un programma giornaliero fatto su misura per loro con attività di ogni genere.
Insieme a me c’erano altre ragazze che hanno presentato le loro attività come Lucia Gentili di China Communication con i suoi approfondimenti sul marketing, i social media e il business in Cina.
E poi Alessia Paolillo e Ilaria Tassari che sono co-fondatrici di European Guanxi, una organizzazione di studenti e giovani lavoratori che approfondisce le relazioni Europa-Cina. Alessia è la head dello Strategic-Communication Team e Ilaria la vicepresidente.
Prato e i China Nerd

Ma torniamo alla Prato vera, alla città e al suo affascinante quartiere cinese.
Appena arrivata ho visto subito le prime insegne in cinese, e sono sentita a casa.
Mi è tornata in mente a Pechino e quando stavo lì per il soggiorno di studio. Il mio cuore ha iniziato a scalpitare.
Siamo andati a fare un giro anche nel grande supermercato cinese e qui mi sono tornati mille ricordi.
Quando andavo a lezione e passavo in mensa a fare colazione, quando andavo a fare una passeggiata e mi perdevo affascinata tra gli hutong di Pechino o le bancarelle con qualsiasi pietanza commestibile a Wanfujing.
E quando siamo entrati nel ristorante cinese per cenare tutti insieme, ho avuto un altro colpo al cuore. Non ero a Prato, ma ero proprio in Cina. In un ristorante di quelli autentici e stavo gustando ravioli fatti a mano. Tutti i piatti cinesi sono stati eseguiti in modo eccezionale!
Ma anche la compagnia non era da meno.
Io ero immersa nei discorsi insieme ai miei compagni “China Nerd”, una community che si è venuta a creare da neanche un anno con una grande passione, l’amore per la Cina. Ognuno con la sua storia da raccontare, la propria esperienza con la Terra di Mezzo da condividere.
Sono tornata a casa con il cuore pieno di emozioni perché era la prima volta che parlavo in pubblico del mio lavoro con Discoverplaces e Horse Museum e perché finalmente avevo incontrato di persona tutti i miei amici China Nerd.
Il Festival Seta è stato molto interessante ed emozionante e noi abbiamo ‘bucato lo schermo’ con l’associazione Orientiamoci in Cina, l’organizzatrice dell’evento, tanto che l’anno prossimo ci hanno rinvitato per un panel tutto dedicato a noi!
Sono stata onorata di aver partecipato a questo festival e non vedo l’ora di realizzare tutti i progetti con Discoverplaces e Horse Museum che abbiamo con la Cina.

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