Il lago Trasimeno è il lago più grande del centro Italia famoso per la battaglia in cui l'esercito romano venne sconfitto da quello dei cartaginesi guidati da Annibale, ma anche il posto dove cresce e viene coltivata la fagiolina del Trasimeno.
Siamo in Umbria, il cuore verde d’Italia ma anche una regione dalla forte spiritualità che si percepisce anche dalla dolcezza dei suoi paesaggi. La sua cucina riserva molte sorprese e sapori che meritano di essere provati.
La fagiolina un fagiolo piccolissimo dalla buccia tenera che non ha bisogno dell'ammollo e oggi è un presidio Slow Food. Veniva coltivata fino agli anni Cinquanta e poi con l'abbandono della campagna aveva rischiato l'estinzione.
Fortunatamente, grazie all'intervento dell'università di Perugia e di Slow Food, questo tipo di fagiolo conosciuto e commercializzato già dagli Etruschi è stato salvato ed oggi è possibile gustarlo in tutto il suo sapore rotondo.
La fagiolina del Trasimeno ha il 15% in più di proteine rispetto a tutti gli altri fagioli ed una digeribilità maggiore grazie alla buccia sottile. Al palato ha un gusto dolciastro ed un sapore erbaceo ottimo da mangiare solamente lessato condito con olio sale e pepe, oppure in una zuppa.
Ho preparato questo fagiolo servendolo su una bruschetta con seppia e composta di cipolla di Cannara un altro prodotto umbro di qualità.
Ricetta della bruschetta con seppia e fagiolina del Trasimeno
Lessate la fagiolina del Trasimeno profumandola con foglie di salvia. Nel frattempo, pulite e lavata la seppia e saltatela in padella con aglio, olio e peperoncino.
Tagliate finemente a listarelle le cipolle rosse di Cannara e fatele caramellare mettendole in padella con un po' di olio. Fatele appassire spolverizzandole di zucchero e un pizzico di sale, mescolate bene e coprite con acqua per fatele cuocere fino a che il liquido sarà evaporato.
Prendete due fette di pane casereccio e fatele bruschettare. A questo punto siete pronti per assemblare il piatto.
Ho preso il pane, vi ho messo sopra la fagiolina condita con olio e sale, la seppia croccante e la composta di cipolle.
Nel bicchiere ho scelto un vino del territorio, un rosato da uve Gamay del Trasimeno dai profumi di rosa canina e frutti di bosco.
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