“Cosa vuoi trovare da mangiare?”
Era questa la frase che i genitori siculi dicono più spesso nei giorni che precedono il rientro dei figli emigrati. E me lo chiedevano anche i miei quelle poche volte che da Milano riuscivo a ritornare in Sicilia.
Tutto questo fino a quando non è nata la mia bimba, che da allora la frase si è trasformata in "cosa vuole mangiare la bimba?", i nonni si sa hanno un debole per i nipotini!
Chiedere "hai mangiato?" o "cosa vuoi mangiare?" credo sia una delle più alte forme del prendersi cura di qualcuno. Devo dire che ci ho messo un bel po' per riuscire a capirlo, ma in effetti c'è dentro tutto: la preoccupazione, la cura, la coccola, l'amore, il voler nutrire, il voler bene, il voler far stare bene, il sacrificio...
A questa domanda, qualche volta ho risposto, attirandomi le ire della mamma: "voglio la pasta al forno", e fin qui andava bene, se non fosse per l'aggiunzione "però la pasta al forno della zia".
Infatti, non me ne voglia chiunque della famiglia si trova a leggere, la pasta al forno come la fa mia zia, non la sa fare nessuno. Non a caso, che fosse Natale, Pasqua, o Capodanno, se si doveva fare la pasta al forno e c'era la zia, la pasta al forno la facevano fare a lei.
Si sa, ognuno personalizza le ricette a modo suo, e a mia zia questa personalizzazione della pasta al forno è riuscita proprio bene. Persino quando me la fa la mia adorata mogliettina e mi chiede se mi piace rispondo che si è buonissima, ma che quella della zia... è quella della zia (rischiando di passare la notte in cantina!)
La pasta al forno di cui parlo, è la classica pasta al forno palermitana, uno dei tanti piatti a base di carne di Palermo (che io preferisco a quelli di pasce, ma son gusti personali).
Viene fatta con pasta del formato anelletti che fuori dalla provincia di Palermo diventa quasi un lusso trovare e a me arriva sempre col pacco da giù. Mi piace sempre dire che è della pasta a forma di fede nuziale, che si sposa con così tanti ingredienti che da primo piatto la trasformano in un piatto unico super-goloso che quando lo fai a qualcuno non palermitano lo metti K.O.
Per molti di noi gli anelletti al forno sono il piatto delle feste a casa, quei giorni in cui tutta la famiglia si riunisce per pranzare insieme e poi giocare a carte o a tombola. È il piatto che si fa sempre in più che "se rimane si mangia domani" e che nel pomeriggio quando a noi ragazzini senza fondo tornava appetito si andava a mangiucchiare direttamente dalla teglia nel forno.
A me suscita sempre tanti ricordi piacevoli, ed è così per moltissime persone che vengono dalle mie latitudini. La pasta al forno è così lunga da preparare che la fai solo a chi vuoi tanto tanto bene.
Ricetta Pasta al Forno Palermitana di mia zia
Ingredienti:
- Pasta Anelletti
- Passata di Pomodoro
- olio EVO
- carota
- cipolla
- sedano
- piselli
- sale e pepe
- carne trita di manzo mischiato con la trita di maiale per fare la salsiccia siciliana al finocchietto
- prosciutto
- salame
- mozzarella o caciocavallo palermitano fresco a cubetti
- parmigiano e caciocavallo stagionato grattugiato
- uova sode tagliate a pezzi.
La ricetta tradizionale palermitana prevede anche melanzane fritte a cubetti e pangrattato tostato. Le dosi ovviamente vanno a sentimento e in famiglia da me quanto ai sentimenti siamo molto abbondanti.
Per prima cosa occorre preparare un ragù palermitano: mettere a rosolare in olio evo carota, cipolla e sedano, aggiungere tutta la trita e far rosolare per bene. Aggiungere la passata di pomodoro e fare cuocere a fuoco lento per tantissimo tempo. A fine cottura aggiungere i piselli e far andare il tempo necessario che i piselli cuociano.
Successivamente si lessa la pasta che non deve cuocersi del tutto perché completerà la cottura in forno.
Quindi occorre condire la pasta con una buona parte del ragù e poi metterla in teglia alternando strati di pasta e strati di tutti gli ingredienti sopracitati come se fosse una lasagna, qualcuno invece fa un ‘mischione’ di tutti gli ingredienti.
La cosa importante è mettere da parte un bel po’ di ragù per ricoprire interamente la superficie della pasta. Questo serve non solo ad avere un bell'aspetto ma anche a creare un "tappo" umido che facilita la cottura
Infornare a 180° forno ventilato.
A questo punto, per evitare di passare la notte in cantina, voglio dire che mia moglie prima di mettere la pasta fodera la teglia con fette di melanzane fritte e poi mette dentro pasta e condimenti.
A fine cottura, poi, fa raffreddare un tantino e ribalta la teglia ottenendo un timballo rivestito di melanzane che oltre ad offrire un bell'effetto estetico ha anche il suo perché a livello gustativo.
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