E tutto sembra circondato da stranezze.
La stessa ubicazione del territorio maglianese si pone sulla carta geografica in posizione anomala rispetto alla provincia di Rieti: fra l’Alto Lazio e il sud dell’Umbria.
Un crocevia di più province (Terni, Viterbo, Rieti e Roma) che sviluppa un sistema collinare di altitudine variabile fra i 200-250 metri dal livello del mare, e che scende verso la media Valle del Tevere, dove un intenso traffico convoglia sull’Autostrada del Sole A1 e la Flaminia un notevole flusso turistico.
[caption id="attachment_113423" align="center-block" width="960"] Magliano Sabina - Monte Soratte by Antonello Ruggeri[/caption]
Di lì si può salire sul colle e scoprire, il centro abitato, piacevolmente arroccato, che produce una sensazione di quiete, di sereno approdo, confortato da un ampio panorama che spazia dal Monte Soratte, attraverso i Monti Cimini e Sabatini, fino alla “gola” di Orte.
Dall’alto i meandri del Tevere si delineano ancora più marcati, alla ricerca forse di quell’antico letto che Sisto V volle far abbandonare al fiume per immettere le sue acque sotto le quattro arcate del Ponte Felice, costruito a secco nella zona verso il Borghetto di Civita Castellana.
Le 4 chiese di Magliano Sabina
Come non tutti sanno che le quattro chiese di Magliano Sabina nascondono, ognuna, stranezze piuttosto singolari.
La chiesa di San Pietro, un gioiello di architettura romanica del XII secolo di scuola lombardeggiante, è sorretta da dieci colonne tutte diverse per fattura e stile.
[caption id="attachment_113436" align="center-block" width="960"] Magliano Sabina - Cripta protoromanica by Teresa Mancini[/caption]
La cripta della Madonna delle Grazie è un delicato monumento architettonico che vale la pena di visitare. Su di un affresco riporta un autografo graffito di Alfonso d’Aragona, re di Napoli, di passaggio a Magliano Sabina nel 1447.
[caption id="attachment_113433" align="pull-left" width="300"] Magliano Sabina - Chiesa di San Michele by Antonello Ruggeri[/caption]
Mentre la chiesa di San Michele presentava al suo ingresso due are romane di età Flavia, che fungevano da acquasantiere.
La Cattedrale San Liberatore dei Sabini, è dotata di un baldacchino cinese del ‘600 (oggi presso il Vescovato a Poggio Mirteto), residuo di una serie di “cineserie”, tutte della stessa epoca, custodite nella canonica.
[caption id="attachment_113427" align="center-block" width="750"] Magliano Sabina by Sara Montagnoli[/caption]
Il centro di Magliano Sabina
Entrati a Magliano Sabina si giunge in un ampio viale, Via Roma, fra l’altro abbellito da eleganti negozi e dal Palazzo Solimani-Mariotti di stile umbertino. Il viale accoglie il visitatore e lo conduce in Piazza Garibaldi dove, sulla sinistra, Palazzo Vannicelli (sede del municipio) si impone alla vista per le sue linee architettoniche cinquecentesche (si attribuisce il disegno al Vignola).
[caption id="attachment_113442" align="pull-left" width="240"] Magliano Sabina - Piazza Garibaldi by Antonello Ruggeri[/caption]
Sulla piazza troneggia per la sua monumentalità anche il Palazzo del Seminario Vescovile, uno dei primi istituito in Italia dopo il Concilio di Trento, che partecipa a chiudere sulla destra il lato della piazza rivolto ad occidente.
Al centro troneggia una decorosa fontana che richiama la commemorazione dell’anniversario del 150° anno dell’Unità d’Italia.
Da qui si dipartono le vie che conducono nel centro storico. Al quartiere di San Giovenale, nel punto più alto della “città”, il Palazzo Orsolini-Cencelli domina le sequenze di vicoli e archi di chiara origine medievale.
È in questi paraggi che sorgeva l’antichissima chiesa di San Giovenale (testimonianza questa ormai cancellata), intorno alla quale iniziò per opera dei Longobardi, e poi dei monaci dell’Abbazia di Farfa, l’espansione di quello che oggi è il centro urbano di Magliano Sabina.
Il porto fluviale e la disputa tra San Liberato e San Liberatore
Lo sviluppo della “città”, già subito dopo il Mille, trovò il suo sostegno economico nell’importante porto fluviale sul Tevere, la maggiore fonte di ricchezza derivatale da pedaggi portuali. Da questo la maglia urbana si andò allargando fino a comprendere la monumentale chiesa di San Pietro (del XII secolo), e poi la Cattedrale dei Sabini San Liberatore.
[caption id="attachment_113445" align="pull-left" width="200"] Magliano Sabina - Cattedrale di San Liberato by Sara Montagnoli[/caption]
Questa cattedrale è stata elevata agli onori della cronaca dell’epoca, quando divenne sede della Diocesi Suburbicaria di Sabina (XV secolo).
Ma anche in questo episodio ritroviamo qualcosa di curioso.
A parte le dispute e le lotte “armate” con l’Antica Cattedrale di Vescovio, che era stata esautorata da questo privilegio da Alessandro VI Borgia, il curioso è che non si è mai ben compreso se questa chiesa fosse dedicata a San Liberato o a San Liberatore, che fra l’altro è il patrono della “città”.
La disputa, fra chi doveva essere l’assegnatario della chiesa, se San Liberato o San Liberatore, si protrasse per ben 150 anni. Fino a quando il Tribunale Ecclesiastico non decise di assegnare la palma a San Liberatore.
Tuttavia, ancor oggi, i Maglianesi “sanno” che il protettore è rimasto San Liberato!
Alle spalle della chiesa di San Liberatore, integrata nella struttura del vecchio ospedale (il nuovo ospedale, oggi Casa della Salute, si trova a circa un chilometro e mezzo dal centro sulla Provinciale Sabina) si trova Porta Santa Croce.
È piacevole da questo punto di vista ritrovarsi inseriti in una struttura medievale e osservare un animato per quanto vasto panorama, dove il traffico autostradale, che transita ai piedi della collina, si contrappone al quieto e verdeggiante bosco del Giglio, appena sulla sinistra.
Le scoperte e le sorprese delle passeggiate in campagna
E sul piano paesaggistico le scoperte e le sorprese iniziano proprio da Porta Santa Croce. Basta prendere la circonvallazione in senso antiorario che subito appaiono in lontananza, appollaiati sulle cime delle colline, paesi e borghi antichi della Sabina, sugli oliveti e sui vigneti.
Proseguendo si arriva presso la Porta, e poi il paesaggio varca il confine e già il Monte San Pancrazio annuncia che l’Umbria è molto vicina.
Infatti, nel versante nord occidentale Otricoli, i ruderi dell’antico municipium romano si incontrano sulla Flaminia appena superato il confine maglianese confermano che si è ormai in una regione diversa.
[caption id="attachment_113430" align="center-block" width="750"] Magliano Sabina by Sara Montagnoli[/caption]
Se ciò non bastasse, spostandosi verso ovest, la visione panoramica cambia del tutto: da Orte a Civita Castellana, la rossa terra vulcanica del viterbese accoglie i Comuni di Gallese, di Vasanello, di Vignanello, di Corchiano (forse antica Fescenium) e così via sino a chiudersi all’orizzonte con la catena dei Monti Cimini, i monti Sabatini, e l’isolato cono del Monte Soratte.
Un panorama vario e a tutto tondo, che vale la pena di “guardare”.
Un giro d’intorno che poi riconduce presso Porta Romana, da cui si era entrati. E qui, sulle colonne della Porta, Manlio Torquato a cavallo, l’eroico condottiero romano che la “storia” dice essere il fondatore della “città” e che perpetua la sua memoria sul gonfalone del Comune, è effigiato su di uno scudo in terracotta.
Un condottiero affiancato da due cani molossi, anch’essi in terracotta, forse a guardia di tante curiose stranezze.
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