

A 70 km da Roma e a oltre 1000 metri di quota, Cervara di Roma è il paese più alto della provincia di Roma e uno dei più inusuali: un paese di montagna immerso nel Parco dei Simbruini a confine con l’Abruzzo, intriso di arte e amato dagli artisti.
La sua storia inizia con gli Equi, una popolazione pre romana di cui non si hanno molte tracce. Il suo nome deriverebbe dal gran numero di cervi che un tempo era presente in quest’area che venne donata alla grande Abbazia di Subiaco da Cesario, dux e consul, il 21 agosto dell’883.
Il borgo ha un aspetto medioevale ed è nato attorno ad una fortezza dell’X-XI secolo che i benedettini costruirono per difendersi dalle incursioni dei Saraceni. Le mura della fortezza sono state inglobate dalle abitazioni ma sono ancora riconoscibili nei profili delle case.
Secondo una leggenda il paese sarebbe stato fondato da un gruppo di Saraceni scappati alla battaglia di Vicovaro del 926.
E di certo i monaci benedettini controllarono la fortezza e Cervara di Roma fino al XVIII secolo con un intervallo di tre anni. Infatti nel 1273 il monaco Pelagio si dichiarò abate e si staccò dal Monastero di Subiaco. L’esercito Pontificio intervenne e nel 1276 restituì Cervara di Roma all’ala protettiva dell’Abbazia.
La sua posizione a confine fra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilia la ha portata ad essere ripetutamente oggetto di attenzione da parte di briganti come il famoso Marco Sciarra. Marco era una sorta di Robin Hood e si definiva “Marcus Sciarra, flagellum Dei, et commissarius missus a Deo contra usurarios et detinentes pecunias otiosas» («Marco Sciarra, flagello di Dio, e inviato da Dio contro gli usurai e quelli che posseggono denaro improduttivo»).
Tutti i contadini lo appoggiavano e la sua figura è avvolta da molte leggende che lo ritraevano come un bandito gentiluomo. Marco Sciarra finì la sua carriera in gloria combattendo per un certo periodo per la Repubblica di Venezia prima di tornare nello Stato Pontificio e venire tradito e ucciso da un compagno che cercava il perdono della Chiesa.
Cervara ha un suo fascino che ha attratto artisti fin dagli inizi del 1800 artisti del Grand Tour che hanno ritratto il paese con tanti stili differenti. Molti dei quadri che ritraggono modelle di Cervara di Roma nel loro abito tradizionale sono esposti nei migliori musei come "Le donne di Cervara" di Ernest Hebert al Museo d'Orsay di Parigi. Nella casa-museo di Herbert a Grenoble si possono ancora vedere molti costumi d’epoca delle donne di Cervara. L'austriaco Oskar Kokoschka ha vissuto qui nel 1930.
Il "Notturno per Cervara", una poesia dello spagnolo Rafael Alberti è scritta su un muro in piazza e il maestro Ennio Morricone, cittadino onorario, la ha musicata. Ma si dice che anche la Carmen di Bizet sia stata composta proprio in questo caratteristico borgo montano di Cervara di Roma.
Oggi Cervara è un paese turistico e, nella parte alta di Campaegli a 1400 metri, ci sono insediamenti di soggiorno montano con case in legno circondate da boschi e altipiani carsici. Qui si possono praticare tutti gli sport all’aria aperta: dallo sci di fondo e le ciaspolate in inverno fino all’equitazione e al trekking in estate.
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